La determinazione e la passione possono portare alla creazione di progetti straordinari. Un esempio perfetto è il Museo di Arte Proibita di Barcellona, che apre le sue porte al pubblico grazie alla visione del giornalista e imprenditore Tatxo Benet.
Quasi sei anni fa, Benet ha acquistato un’opera censurata di Santiago Sierra intitolata “Prigionieri politici nella Spagna contemporanea”, che era stata ritirata da ARCO 2018 ed è attualmente esposta al Museo di Lleida.
Da allora, la collezione di Benet è cresciuta fino a comprendere circa duecento pezzi e oggi ne presenta 42 al pubblico nel suo museo.
Ciò che rende speciale il Museo d’Arte Proibita è che tutte le opere della sua collezione hanno una caratteristica comune: sono state rimosse, vietate o censurate in qualche momento della loro storia.
Queste opere hanno dovuto affrontare la censura per una serie di motivi, come quelli politici, religiosi, sessuali o estetici.
Il Museo di Arte Proibita di Barcellona
Si trova nella Casa Garriga Nogués, un imponente edificio modernista progettato dall’architetto Enric Sagnier y Villavecchia tra il 1899 e il 1901 e diretto da Rosa Rodrigo, con la direzione artistica di Carles Guerra.
Entrambi hanno una vasta esperienza nel campo museale, che garantisce un’esperienza unica ai visitatori.
La collezione del museo ospita opere di artisti internazionali, tra cui nomi di spicco come Goya, Picasso, Klimt, Warhol, Ai Wei Wei, Robert Mapplethorpe e molti altri.
Presenta inoltre opere di artisti contemporanei come Tania Bruguera, Zanele Muholi, Illma Gore e Ines Doujak. Ogni pezzo ha la sua storia di censura e proibizione, rendendo la collezione varia e provocatoria.
Tatxo Benet, proprietario del Museo d’Arte Proibita, continua ad acquisire opere ed è alla ricerca di quelle che generano rifiuto e censura. Spesso la qualità artistica di un pezzo si combina con la sua storia di censura, rendendolo un’aggiunta significativa alla collezione.
Alcuni pezzi di grande effetto
Una delle opere più importanti è “Silence Rouge et Bleu” (2014) dell’artista franco-algerina Zoulikha Bouabdellah. L’installazione utilizza tappeti da preghiera su cui sono state applicate trenta paia di scarpe. L’opera gioca con la dualità di concetti come il parlato e il silenzioso, la parola e l’immagine, il maschile e il femminile. L’opera è stata esposta in una mostra collettiva a Clichy nel 2015, ma è stata ritirata per timore di ripercussioni da parte della comunità musulmana.
Il Museo d’Arte Proibita presenta anche opere di artisti che sfidarono la censura dell’epoca, come Equipo Crónica, che nel 1972 creò l’opera “Spectator of Spectators”. Questa figura di cartone in pietra policroma rappresenta il censore e ricorda gli agenti della brigata socio-politica che vigilava sulla società spagnola nei primi anni Settanta.