La Corte costituzionale catalana ha annullato undici articoli della legge catalana di contenimento degli affitti del 2020. Questa legge, tra le altre cose, ha posto dei limiti all’affitto di alloggi in aree ad alto costo o cosiddette “stressate”.
Il motivo? Il ricorso di incostituzionalità presentato dai membri del Partito Popolare è stato accolto dai giudici all’unanimità.
Il ricorso sosteneva che la Generalitat de Catalunya aveva invaso le competenze dello Stato approvando questa legislazione sugli alloggi. Ciò ha interessato 60 comuni in tutta la Catalogna.
Pertanto, questa legge cesserà di essere in vigore nei prossimi giorni, quando il BOE pubblicherà la sentenza di annullamento.
Chi sarà interessato dall’annullamento della legge catalana sul contenimento degli affitti?
La Corte Costituzionale ha spiegato che la sentenza sarà applicata ai contratti di locazione sottoscritti a partire dal momento in cui l’annullamento sarà ufficializzato, ma non a quelli già in corso.
In questo modo, la cancellazione non influirà sui 170.000 contratti che erano già stati firmati durante il regolamento e che rimarranno tali: non aumenteranno di prezzo finché non saranno finalizzati.
La legge era in vigore in Catalogna dal settembre 2020 ed è stata una pioniera nel Paese per quanto riguarda il tetto massimo dei prezzi degli affitti.
La pandemia non ha permesso di determinare con esattezza gli effetti del mercato degli affitti in Catalogna.
Ciò che si può osservare è il calo dei prezzi a Barcellona e in tutta la comunità, una situazione che è la stessa in città come Madrid, dove l’affitto non è regolamentato.