Per accelerare il recupero dei pazienti in terapia intensiva e, di conseguenza, ridurre i costi per l’istituto, l’ospedale universitario Parc Taulí di Sabadell ha utilizzato la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale (AI).
La tecnologia applicata dall ‘ospedale è stata sviluppata dall’azienda barcellonese Eodyne Systems insieme all’Universitat Pompeu Fabra, UPF.
Si tratta di una tecnologia che consente di utilizzare l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale per accelerare il recupero dei pazienti in terapia intensiva.
Grazie a un software, i pazienti sono in grado di eseguire esercizi con le braccia mentre sono a letto, al fine di ridurre le possibili sequele cognitive che potrebbero svilupparsi a causa del ricovero in terapia intensiva.
L’ospedale ha già applicato questa tecnologia per la prima volta a 20 pazienti critici, riducendo la loro degenza in media di 1,3 giorni per paziente e rendendola più piacevole.
Tecnologia per il recupero dei pazienti in terapia intensiva con la realtà virtuale
Il sistema è dotato di una telecamera per la visione computerizzata, in grado di rilevare i movimenti del braccio del paziente.
Vengono poi riprodotti su uno schermo dove vengono proposti esercizi personalizzati per lavorare sull’attenzione, la memoria e la mobilità.
In questo modo, la persona ricoverata può risolvere problemi gamificati, come indicare i fiori nello stesso ordine di un’ape o toccare pesci di un colore specifico.
Il tutto in un ambiente naturale e attraente, come la campagna o la spiaggia, per ridurre lo stress che si può provare in un’unità di terapia intensiva.
Lo sviluppo di questa tecnologia ha ricevuto un finanziamento di 70.000 euro da Acció.
Con questo, Eodyne Systems ha aggiornato il suo prototipo di realtà virtuale testandolo su circa 70 pazienti malati critici.
L’azienda punta a commercializzare il prodotto a partire dal 2025.
Le applicazioni di questa tecnologia
In queste fasi di test, Eodyne Systems ha avviato lo sviluppo del suo sistema di realtà virtuale e di intelligenza artificiale applicato ai pazienti colpiti da ictus (interruzione del flusso sanguigno al cervello), con l’obiettivo di accelerarne il recupero.
Con il passare del tempo, hanno applicato il dispositivo in più centri sanitari e sono stati in grado di identificare altre esigenze, tra cui la necessità di un recupero precoce dei pazienti in terapia intensiva.
Hanno inoltre scoperto che la tecnologia potrebbe essere utilizzata dai pazienti anche a casa come risultato di Covid.
L’azienda sta attualmente portando avanti l’adattamento a cellulari e PC.
Il sistema è stato inoltre adattato per aiutare i pazienti affetti da paralisi cerebrale e trauma cranico, oltre a sviluppare un nuovo dispositivo per i pazienti affetti da dolore cronico.
In futuro cercheranno di lavorare con i pazienti affetti da demenza e Alzheimer.